31/10/10

IL LIBRO D’ARTISTA, Manuela Candini


Luogo della mente, della memoria e della libertà, supporto e strumento sia del potere che della menzogna, tempio  della cultura , specchio della storia, il libro è stato usato e definito in tutte le possibili maniere e con tutte le metafore lucide o ambigue che l’uomo  sia riuscito a immaginare.

Tanta ricchezza di atteggiamenti rivela un rapporto di attrazione / repulsione: da una parte il libro continua a godere di un’aura sacrale e a presentarsi come il veicolo della saggezza e il simbolo del  messaggio affidato al tempo; contemporaneamente attraverso le sue pagine stampate esclude qualsiasi ricorso alla manualità o alla materia.

E’ da questo sentimento di amore / odio che si è creato lentamente  un nuovo statuto estetico autonomo per ridefinire l’oggetto LIBRO: una pratica ricca di felicità inventiva che negli anni ha rivelato la necessità di una lingua e di una scrittura “muta”, originale, materia libera, in bilico tra desiderio estetico e necessità comunicativa.

Il libro ha raccontato anche la storia dell’arte, dai libri illustrati alle edizioni d’arte, ai libri oggetto dei Futuristi  fino ad arrivare alle contestazioni artistiche degli anni 1960 e ’70, dove provocatoriamente si allargano i confini ri-proponendo una nuova “forma” libro.

Dalla negazione del libro come luogo della sola scrittura  nasce il libro d’artista, il libro oggetto.
L’espressione “libro d’artista” è uno dei modi  per  definire un genere e una pratica artistica:

Il libro come opera d’arte in forma di libro; un libro che non contiene la scrittura di un messaggio, ma è il messaggio stesso, (come “ i libri illeggibili” di Bruno munari  del 1950);
il libro come luogo dell’opera,  (come affermò Germano Celant nel 1971);
il libro come luogo di ricerca, ( precisazione  fatta alla Biennale di Venezia nel 1972 da Renato Barilli e Daniela Palazzolo );

e ancora …il libro come gesto, gesto che diventa libro;
libro come lavoro d’arte, libro come esperienza ;
il libro ibrido, il libro perfetto.

L’IDEA LIBRO ha impegnato in questi ultimi anni molti artisti  che hanno operato creativamente per modificare e contaminare sperimentalmente la tradizionale struttura del libro, nella sua  veste, nel suo contenuto e nelle sue aspirazioni.

Libri  “che non si lasciano leggere”, come quello citato in un racconto di E.A.Poe: libri che ne hanno la forma o la rappresentano, la ricordano, senza scrittura o addirittura senza illustrazioni, ma che nel loro contenuto raccolgono, a volte trattengono, tutto l’immaginabile.
Il libro- luogo- di- lavoro- artistico diventa spazio, movimento, viaggio, percorso, progetto, memoria; ritorna oggetto: un atlante delle emozioni visto e non letto da un occhio tattile.
Nel libro scritto verba manent.
Il libro che- non- si- lascia- leggere è invece un luogo nei luoghi dell’immaginazione.

Manuela Candini

0 comentarios:

Publicar un comentario