31/10/10

LABORATORIO LIBRO, Manuela Candini

Dedicarsi alla realizzazione di un Libro d’Artista significa dare forma alla celebre asserzione di Richard Sennet “Fare è pensare”: le mani irrompono nel territorio classico della parola e se ne appropriano, traducendo questa volta le idee in forme, in visioni.
Il libro che si vede, le idee che ritornano dentro di esso: non più nelle parole, non più al di là delle loro forme, ma dentro alle stesse forme che lo formano, nelle Idee che non sono se non nelle cose.
Il libro d’Artista si trasforma nello specchio del Laboratorio di cui l’autore si è servito per realizzarlo e diventa a sua volta nuovo Laboratorio. Un Laboratorio come luogo materiale e immateriale della creatività, che si avvale di strutture fisiche e di intuizioni, di utensili e di emozioni.  
Il Laboratorio come luogo in cui si consuma e misura il conflitto tra autonomia e autorità, tra creatività e tradizione, privo di una dottrina sul come fare e per questo in grado di confondere i limiti tra l’artista e l’artigiano, tra l’apprendimento e l’insegnamento, tra la dimensione collettiva e quella individuale. Il Laboratorio insomma come territorio delle idee.

Quelle idee affidate alla carta, quel Fare che diventa Libro.

Giocando con sostituzioni lessicali, strappando la copertina,
Frantumando la sintassi, incollando alcune pagine,
Permutando l’ordine delle lettere alfabetiche,
Cancellando, ritagliando, disegnando, dipingendo.

Siamo in un Laboratorio, siamo in un Libro d’Artista

Settembre 2010                
Manuela Candini

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